Domenica la città si sveglia
nè lieta nè afflitta;
il sole si affaccia, se c'è,
soltanto in soffitta
Domenica la città ride
fra stadi e messali,
rimanda senz'altro a domani
promesse e cambiali
Domenica la città sciama
nei viali sul mare
Domenica, aspetta, raggiungerti
è quasi sognare

Domenica il sogno traballa
si sfuma il contorno
fra odori di arrosto e sbadigli
è già mezzogiorno
Domenica la città brulica
di chiacchere sparse
la folla non ha primi attori
soltanto comparse

Domenica la città è vuota
città stanca e finta
nasconde nel vento di polvere
la faccia dipinta
L'incontro improbabile e languido
svanisce lontano
neppure sfilandosi i guanti
mi ha stretto la mano.


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© Carla Marchetti
2000 - 2005