19 aprile
ore 10 - Siamo in sei, fra adulti e ragazzine, su un furgonato da sette
posti nuovo fiammante (è in affitto), ci stiamo un po' stretti,
con tutti i bagagli. Andiamo verso Ventimiglia con un'imprecisata meta
fra Cannes e Barcellona (ma a Barcellona ci si deve arrivare...). Verso
le 13 siamo a Aix-en-Provence, città attiva ed elegante, fin troppo
affollata per i nostri gusti. L'
Office du Turisme
ci sistema in un albergo
un po' decentrato, ma non troppo costoso. La città può attendere,
quando si può respirare l'aria della famosa campagna provenzale,
lungo la route Cézanne e verso la montagna preferita del pittore,
il massiccio di Sainte Victoire.
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E' un vero peccato che abbiamo già prenotato l'albergo a Aix: qui
a Vauvenargue scopriamo un posticino
molto simpatico, dove si mangia bene e si respira anche meglio. Il padrone,
Yves, è un po' matto, ci intrattiene con un italiano da cittadino
del mondo e con i suoi problemi di albergatore.
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20 aprileDa Aix-en-Provence ci mettiamo in viaggio verso Barcellona. Entriamo in Catalogna. Cambiano non tanto i colori, quanto le voci: il catalano è proprio una strana lingua. Facciamo una sosta per pranzo a Perpignan. Il sole ci illumina in questo pomeriggio di primavera e il castelletto ( le castillet ) si specchia nel canale e noi consumiamo ricchi sandwich ai tavolini di un caffè sul Quai Vauban. E poi via, verso la capitale ... chissà se troveremo dove dormire nella settimana santa, a Barcellona, classica meta pasquale di tanti giramondo. Oltre a ciò, il 23 aprile (Pasqua) è il giorno di San Giorgio (San Jorde), patrono della nazione (ebbene sì, la Catalogna è proprio una nazione), con festa grande e fiera del libro. Usciamo dall'autostrada a Matarò, sulla costa a nord di Barcellona. Pessima scelta, è meglio Cornigliano (vedi Genova, Italia). Comunque nella capitale non c'è speranza di trovare alloggio alla portata delle nostre tasche e, dopo varie peripezie, ci indirizzano e troviamo posto a Grenollers , paesotto nell'interno (a una ventina di km da Barcellona). |
Perpignan, le Castillet
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La sera siamo sulla rambla, e, dopo lo struscio, ceniamo in Placa Rejal, dove un cameriere che assomiglia a Walter Matthau (incredibile quanti camerieri assomiglino a WM) ci serve le patatas bravas. |
La Sierra del Cadì |
Partenza all'alba (circa le 9) da Grenollers per i Pirenei. La giornata è appena più nuvolosa di ieri, ma sembra sempre primavera. Raggiungiamo il passo Collado de Toses (1800m slm) e il panorama che abbiamo davanti non lascia dubbi sul fatto che i Pirenei siano proprio delle grandi montagne. Dopo il passo, la strada scende; costeggiamo la sierra del Cadì (parco naturale) fra Bellver de Cerdanya e la Seu d'Urguell. |
Non appena varchiamo la frontiera di Andorra ci troviamo immersi in un immenso mercato. Questa microscopica svizzera catalana (la sua superficie è circa 1/8 di quella della Val d'Aosta) possiede un sistema fiscale estremamente semplice: niente tasse, per nulla e per nessuna ragione. Le merci e il denaro hanno il loro scarno valore di cose e soldi. Paradiso del private banking e dello shopping a tutti i costi. Purtroppo (o per fortuna) non siamo in vena di acquisti e fuggiamo dalla capitale (La Vella), dove peraltro è assolutamente impossibile trovare parcheggio. Il gasolio costa circa 900 L al litro. Pieno.Finiamo, quasi per caso, alla Massana, 1240 m slm, capoluogo di una delle sette parrocchie che compongono il principato, dove troviamo prontamente alloggio . L'Andorra era un possedimento feudale retto congiuntamente dai Vescovi di Urgell e dai Conti di Foix. Questi ultimi (i conti) persero a un certo punto il loro titolo nobiliare a favore del Re di Francia, che fu a sua volta soppiantato dal Presidente della Repubblica francese. Ora il paese è governato da un Consiglio eletto dalla popolazione, ma a capo dello stato rimangono il vescovo di Urguell e il Presidente, cioè attualmente Monsieur Chirac. Tutto il paese si trova ad un'altitudine superiore ai 1000 metri con montagne e scenari che meriterebbero certo una sosta più prolungata. Mentre il cielo si copre di nuvole minacciose, compiamo una brevissima escursione verso l'elevata frazione dell'Aldosa ( 1253 m slm) da cui si domina il fondovalle. Andorra è attraversata da molti fiumi, che si chiamano quasi tutti Valira. Sotto i nostri occhi scorre la Valira del Nord, che sta andando a unirsi alla Valira d'Orient, per confluire insieme a lei nella Gran Valira. A l'Aldosa troviamo come svoltare la serata presso la Borda dels Padrins, che significa qualcosa come "la cascina dei nonni". La cucina è ottima, anche se le lingue straniere conosciute non ci aiutano a comprendere il menù e qualche errore fra capretto e maiale non si può evitare. |
23 aprile
E' il giorno di Pasqua e nevica. Partiamo coraggiosamente verso la Francia
attraverso il Post d'Envalina (2407 m slm) e il Pas de Casa (2000 m slm).
Ovviamente non c'è nessun'altra strada, la neve è fitta e alta e la
velocità
media è di 10 km all'ora. A Aix-les-thermes siamo scesi di
quota, ma il tempo non è migliorato. Ci troviamo di fronte a un
bivio (letteralmente): proseguire verso Foix lungo la sicura strada statale
o avventurarci per una via minore, molto più breve, ma che si arrampica
nuovamente su per le montagne tempestose? Scegliamo il rischio e la scelta
è premiata. Tuttavia, benchè il Col de Chiaoula sia soltanto
a 1400 m di altitudine, la persistente precipitazione nevosa continua a
rendere il fondo stradale alquanto viscido e costringe il nostro autista
di turno (MA) a dare nuovamente prova di destrezza e sangue freddo. Superato
il passo, lo scenario è stupendo, con grandi foreste di abeti scuri e
larici con le foglie nuove, verde tenero che, verso l'alto dei monti, si
tingono di bianco. Attraverso la terra dei
catari
, recuperiamo la statale con la fuggevole visione della città fortificata di
Carcassonne.
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...salendo al Monte Saint Victoire |
Dopo nove ore di automobile senza apprezzabili soste, ne abbiamo abbastanza, è
tempo di far funzionare le gambe. Saliamo alla
Montagne Saint Victoire
per il
sentiero dei Plaideurs
. L'aria è tersa e frizzante (possibile che ieri nevicasse?) e la salita ripida,
attraverso la ricca flora mediterranea. Giunti in quota, si contempla la
vertiginosa scarpata con cui il monte precipita sul versante sud. Iniziamo la
traversata della cresta sotto un vento sferzante, teso e pulito e, saltellando
fra pietra e pietra, finalmente raggiungiamo la
Croix de Provence
, alta 19 metri e eretta su un ampio basamento.
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Scendiamo dalla croce e, poco sotto incontriamo la
Chapelle Notre Dame de
la Victoire
e il piccolo oratorio. Si dice che la chiesa sia stata costruita
sul luogo in cui sorgeva un tempio antichissimo, eretto dal romano Mario per
celebrare la sua vittoria sui teutoni.
Grande delusione delle ragazzine: niente bibite nè dolciumi, c'è solo un
banchetto di
souvenir e immaginette religiose.
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Lo strabiombo sul versante Sud
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